Città fluida

Ponte
Città fluida
23 dicembre 2024

Fluida. La città di domani dovrà essere fluida. Fluida come le connessioni che la legano; fluida come le relazioni che ospiterà; fluida come i dati che la descriveranno; fluida come le greenways che faranno incontrare le persone; fluida come la pioggia che viene assorbita dalla terra.

Viviamo un tempo in cui si manifestano in parallelo tre fattori tanto preoccupanti quanto stimolanti: il cambiamento climatico, il blocco dell’espansione urbana e il rischio del dominio della tecnologia legato alla cosiddetta quarta rivoluzione industriale.

Le nostre città sono il palcoscenico di queste fragilità, ma anche dei significativi potenziali ad esse connessi.

 

Le alluvioni ricorrenti, l’intensificazione degli eventi atmosferici estremi, l’insostenibile condizione delle isole di calore urbane sono segnali di una realtà sempre più difficile da ignorare. All’emergenza del Climate Change si aggiungono la necessità di una politica urbanistica a consumo zero di suolo che approfitti della disponibilità di ampie aree dismesse da recuperare e nuove tecnologie abilitanti da applicare. Tutte queste condizioni messe insieme sono occasioni uniche per iniziare a realizzare una nuova città intelligente e sostenibile.

 

Rinaturazione, rigenerazione urbana e un uso consapevole del digitale al servizio della comunità, sono quindi le questioni da affrontare e le risposte che dobbiamo dare, sforzandoci di farlo in maniera integrata per incidere realmente sulla struttura delle nostre città e sulla vita quotidiana dei loro abitanti.

 

Di fronte a questo compito l’Italia sembra però sottrarsi. Ciò che osserviamo è spesso l’opposto di una strategia organica e ben pianificata, ci limitiamo spesso a fronteggiare le emergenze, senza intervenire in modo strutturale. Ogni alluvione ci dimostra inesorabilmente quanto è fragile il nostro Paese.

 

Cosa possiamo fare da subito?

Sappiamo che il primo fattore delle alluvioni è l’impermeabilizzazione delle superfici urbane che ha un impatto significativo sul sistema idrogeologico ma è anche uno degli aspetti su cui possiamo intervenire con maggiore efficacia e rapidità.

La risposta a questa situazione deve partire dal concetto di desigillazione dei suoli, intervenendo per rendere le città più permeabili e resilienti. Pensando in termini di progetto urbano e mobilità sostenibile, è possibile allora progettare una rete di spazi pubblici e parchi urbani interconnessi, creando una strategia integrata che non solo contribuisca al drenaggio delle acque, restituendo la natura alla città, migliorando la qualità dell’aria e rafforzando gli ecosistemi, ma che offra al contempo luoghi di socializzazione e spazi dove ritrovarsi. Trasformare gli spazi pubblici recuperati in greenways che attraversano le periferie, collegando parchi e zone pedonali è quindi l’obiettivo di questa logica di intervento che deve diventare sistematica.

                                                                   

Molte sono le cose che possiamo fare per ricostituire le città come luoghi sicuri e resilienti. Possiamo ripensare le vasche di laminazione come parchi allagabili, reimmaginare gli alvei dei fiumi, prendendo ispirazione dai modelli di gestione delle acque adottati in Paesi all’avanguardia, dove le aree di espansione delle acque non sono argini rotti e campagne distrutte ma parchi integrati nel paesaggio. Dobbiamo però trasformare questi interventi in occasioni per tracciare nuovi percorsi attraverso la città e il territorio. È il grande tema delle Infrastrutture verdi urbane, sistemi ambientali di grande valore ecologico da potenziare nelle nostre città anche nella prospettiva di indurre un cambio di paradigma della mobilità.

 

Un esempio recente di come intervenire per incidere su questo scenario è il Masterplan del “Cuore Verde” che abbiamo sviluppato, come Studio MC2AA, per l’azienda automobilistica Ferrari e offerto ai Comuni del Distretto Ceramico – Formigine, Sassuolo, Fiorano e Maranello.

 

La natura tornerà in città e la mobilità tornerà ad essere socialità, sarà possibile stimolare la transizione dalla città insostenibile, impermeabile e separata alla città sostenibile, permeabile e inclusiva.

La città fluida sarà così davanti a noi.

 

 

Il Masterplan Ferrari per il Cuore Verde del Distretto Ceramico

 

Questo grande progetto urbano di scala territoriale prevede la creazione di una rete di spazi verdi interconnessi, che non solo miglioreranno la qualità ambientale e contrasteranno il rischio idrogeologico, ma rafforzeranno anche la coesione sociale tra le diverse comunità stabilendo solide relazioni quotidiane. La strategia che potrà essere sviluppata nei prossimi anni valorizza la presenza di corsi d’acqua, strade di campagna e sistemi ambientali come una rete da completare per gli aspetti ambientali e di tutela della biodiversità ma anche per dare risposta alla crescente domanda di spostamenti casa-lavoro, offrendo percorsi sicuri e piacevoli, promuovendo un nuovo paradigma di mobilità individuale, sostenibile ed ecologica. Le aree di campagna residuali dei vari Comuni sono diventate insieme un Parco agricolo per la mobilità leggera attraverso cui sarà possibile presto muoversi liberamente. Sarà sufficiente programmare nel tempo interventi di microchirurgia urbana che risolvano alcuni nodi e ricuciano le trame dei percorsi esistenti per attivare un sistema oggi latente e per nulla considerato dalla pianificazione e dalla programmazione comunale.

 

Il Masterplan Ferrari per il Cuore Verde del Distretto Ceramico è così uno scenario importante che dimostra come una progettazione integrata che, a partire dagli spostamenti quotidiani, tenga conto delle esigenze ecologiche e relazionali può portare risultati significativi si sistema.