Città discontinua - AIC Aversa

Architettura IT
Città discontinua - AIC Aversa
19 settembre 2024

Prosegue la rassegna  Architettura Italiana Contemporanea, una grande operazione di confronto culturale e scientifico – patrocinata dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e della società scientifica della Progettazione Architettonica PROARCH – sul rapporto tra pensiero e progetto.

 

Architettura Italiana Contemporanea sta attraversando le scuole di architettura italiane ponendosi l’obiettivo di scrivere una Carta collettiva per l’architettura italiana – che sarà presentata a Parma il prossimo anno – e lanciare un laboratorio aperto sul rapporto tra Storia e Progetto.

 

Dopo Palermo e Trieste la mostra raggiungerà alla fine di Settembre Aversa per poi spostarsi a Firenze, Milano, Roma, Bari, Ancona e concludere il suo itinerario a Parma. Dopo Luogo e Confini il tema proposto dalla sede è Città Discontinua a cui seguiranno nel viaggio italiano Sezione, Progetto Urbano, Spazio, Costruzione, Strati, Desiderio e Fondamento.

 

 

CITTÀ DISCONTINUA

Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, Aversa 26 e 27 Settembre

 

Come sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene

di spazi che collegano, mettono in relazione, favoriscono il riconoscimento dell’altro!

Francesco

 

Progettare nel tempo della Quarta rivoluzione industriale, nella città del Consumo zero di suolo, della Rigenerazione urbana e della Rinaturazione delle città può significare allora prendersi cura della città neonata, assecondandone una crescita sana.

Significa anche applicare questo principio di riconoscimento di valore anche agli ambiti in cerca di definizione, ai paesaggi fragili residuali, allo spazio vuoto che può diventare luogo di comunità grazie alla strategia che il progetto urbano potrà mettere in campo.

Le ricadute figurative di questa consapevolezza sono lo spazio di sperimentazione che abbiamo davanti.

[…]

Questo processo ha bisogno di una mobilitazione che trasformi in sfida condivisa molti contributi individuali che potranno determinarla. Nella nostra esperienza le architetture collettive che immaginiamo sperimentano questa attitudine. Provano ad essere composizioni sempre più semplici della grande complessità logica che interpretano, sintesi dialettiche di condizioni a prima vista contrastanti ma in realtà conciliabili in forme nuove. Sono separazioni e diaframmi, addizioni e bordi, percorsi e coperti, pezzi di infrastrutture trasformate in giardini, presìdi di socialità informali che derivano dai flussi su cui si attestano molte delle proprie ragioni espressive.