Abbiamo trasformato negli anni un antico edificio rurale ottocentesco in uno spazio per vivere e lavorare. La costruzione storica si articola in almeno sei fasi successive che si sono aggiunte nel tempo intorno allo spazio per l’allevamento delle mucche da latte. Seguendo le vocazioni tipologiche e spaziali dell’architettura storica abbiamo disposto e collegato in un unico organismo la casa con un fondale espositivo e lo studio. La parte basilicale della stalla con le colonne circolari e gli spazi ad essa complementari sono diventati il luogo dove progettare. La cosiddetta Portamorta, il sistema degli archi riaperti che aprono sul grande portico contadino e i livelli superiori dell’antico fienile sono diventati i luoghi da abitare. Al mantenimento delle murature per come le abbiamo trovate con i segni del tempo e il sale dei mattoni abbiamo affiancato una pavimentazione in cemento naturale lisciato con trattamento antipolvere, una pavimentazione esterna con inerte bianco a vista e un inserto in legno nella proiezione della cucina sul giardino. Alcuni elementi in corten segnano le nuove presenze delle scale e le dotazioni impiantistiche con torrette di natura museale per le accensioni e le prese. Al piano superiore nelle camere nuove aperture di antichi tamponamenti e tagli orizzontali vetrati riportano alla luce i pilastri in mattoni dei primi portici poi rapidamente chiusi. Oltre la cucina a vista abbiamo aggiunto un volume nuovo bianco che diviene il fondale architettonico del portico per chi viene dal giardino e, viceversa, uno spazio di soggiorno contemplativo verso il verde attraverso il portico su cui si affaccia un asino, la grande fotografia urbana di Oliviero Toscani recuperata da una mostra allestita in Piazza Garibaldi alcuni anni prima. Sul lato passante tra la corte e la campagna abbiamo poi nel tempo realizzato una lunga parete espositiva bianca dove allestire mostre d’arte anche per solo un giorno. A terra un riquadro vetrato segna la presenza dell’antico pozzo.
Parma, 2010-2021
Strutture Marco Pedrini
Impianti Massimo Bocchi
Fotografie di Carlo Gardini