L’allestimento è museo e, al tempo stesso, laboratorio sperimentale, strumento di ricerca scientifica ma anche spazio divulgativo aperto al pubblico. L’intervento trova sede all’interno della seicentesca Chiesa di Sant’Elisabetta, nel centro storico di Parma. L’esposizione permanente della storica collezione Patanè prende posto tra le sei cappelle laterali della Chiesa a pianta centrale in altrettante nicchie atte a contenere gli strumenti di riproduzione sonora - dal fonografo all’I-pod - e il loro suono, nella loro successione storica. Un percorso a terra in moquette fonoassorbente collega questi nuclei accompagnando il visitatore in ambienti acusticamente isolati dalle vetrine espositive disposte come petali intorno alla postazione di ascolto.
Sotto la cupola l’attraversamento rettilineo verso la retrostante Sala delle Monache incontra, nel centro geometrico della cupola in corrispondenza di una pedana acustica e di un anello di sedute, la presenza del grande lampadario sonoro sospeso, a riprodurre composizioni di musica elettronica proiettate in maniera concentrata, senza che ci sia dispersione di suono nell’intorno. Oltre la pianta centrale la seconda sala ospita le esposizioni temporanee e le due stanze acustiche in tela, differenti per colore, dimensione e modalità di fruizione: quella nera è destinata all’ascolto individuale mentre quella bianca a utilizzi collettivi e si collega, quando non è in funzione, all’esposizione permanente ospitando videoproiezioni ed effetti sonori dimostrativi, aprendo la parete mobile sul lato corto. Pensati per la ricerca scientifica e artistica questi ambienti sono pensati come grandi casse acustiche, strumenti sonori ad assetto variabile ed aggiornabile nel tempo.
Nella stanza bianca la disposizione perimetrale di una linea di altoparlanti di ultima generazione, ispezionabili grazie a tamponamenti acusticamente trasparenti, consente di controllare gli effetti sonori in maniera digitale e apre a nuove potenzialità espressive per la musica elettronica.
La Casa della Musica
Parma, 2005-2007
Fotografie di Giovanni De Sandre e Lucio e Silvia Rossi