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Allestimento della rovina di San Quirino

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L’intervento non è solo un progetto di recupero ad un uso contemporaneo di una Chiesa sconsacrata ed abbandonata fatto per l’associazione Parma Urban Center con poche risorse e molta volontà. É anche una dichiarazione di intenti su come il progetto possa dialogare per differenze distintive con l’antico mettendo in valore quello che trova in un processo di reciprocità, accettando il segno del tempo come valore storico e contemporaneo, considerandolo espressione più che mai attuale. L’esigenza di avere uno spazio flessibile per esposizioni, conferenze e incontri si combinava con la necessità di mantenere una distanza di tutela con il reperto architettonico che volevamo riaprire alla città. Quella distanza fisica diviene anche una distanza critica e un dialogo di reciproca messa in valore.  L’incontro con Claudio Parmiggiani e la memoria del suo Labirinto di vetro disposto e frantumato nel Teatro Farnese alcuni anni prima ha stimolato una soluzione che mettesse in relazione la memoria dell’architettura rovinata e la sua polvere con un sistema completamente trasparente e dichiaratamente contemporaneo. Il sistema di lastre in vetro antisfondamento extra-chiaro si dispone nello spazio regolarizzando le forme della pianta centrale ellittica dello spazio a tripla altezza e dell’abside con le nicchie. Le pareti invisibili sono fissate a terra da un piede continuo in acciaio opaco e sostenute da pinne anch’esse in vetro incollate trasversalmente in corrispondenza delle giunzioni. Sulla sommità delle lastre si appendono con fili di nylon gli oggetti da esporre mentre sulla sua superficie liscia si possono applicare stampe e pellicole adesive. Oltre il cornicione intermedio della chiesa un sistema di puntamenti luminosi si accendono per mettere in evidenza, di volta in volta, la cupola, i pennacchi affrescati, le statue nelle nicchie ma anche i relatori e i contenuti delle mostre, esposti sul vetro e sospesi sulla rovina.

Comune di Parma
Parma, 2010
Fotografie di Nicola Seriati, Carlo Gardini e Patrizia Ferrari

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